Friuli: siamo a Sappada, là dove nasce il Piave…

Friuli: siamo a Sappada, là dove nasce il Piave…


La leggenda vuole che i primi abitanti di Sappada fossero profughi fuggiti dal villaggio austriaco di Villgraten,  per sottrarsi alle prepotenze dei dominatori locali. 

Pare che questi primi “sappadini”, dopo essersi assicurati il possesso della vallata, si misero a disboscare e a dissodare il terreno. Secondo recenti teorie il toponimo Sappada deriverebbe da Zepodn, nome locale di Cima Sappada, che potrebbe essere stato il più antico insediamento della vallata.


Il toponimo dialettale Plodn avrebbe invece origine dal nome latino del fiume Piave da cui Longa Plavis, la valle del Piave.

Il primo documento storico data 1295 ma all’epoca l’abitato aveva già almeno due o tre secoli di storia. Il paese è circondato da una splendida corona di montagne, alle cui pendici si estende una fascia di boschi di conifere.

L’ampia valle di Sappada / Plodn si estende in senso longitudinale seguendo il corso del fiume Piave, che nasce ai piedi del Monte Peralba. Sappada si colloca al confine tra Veneto (Cadore), Friuli Venezia Giulia (Carnia) e Austria (Tirolo dell’Est e Carinzia).

Nella parte centrale del fondovalle si allargano prati e campi. L’abitato è costituito da edifici di stili e architetture diverse che rispecchiano le varie epoche storiche.

Gli abitanti della valle hanno in gran parte mantenuto inalterate le originarie tradizioni culturali, che costituiscono il carattere unico di Sappada / Plodn.

La caratteristica principale dell’abitato di Sappada / Plodn è la sua suddivisione in 15 nuclei o borgate (in sappadino heivilan), disposte sul versante soleggiato della valle.

Ogni borgata corrisponde presumibilmente ai masi o nuclei abitativi originari, che si susseguono a breve distanza l’una dall’altra. Nonostante il passare del tempo esse hanno conservato in larga misura il proprio aspetto originario. Il complesso architettonico sappadino è generalmente formato da due edifici: la casa vera e propria (haus) e la stalla (schtòl) con il fienile (dille).

Rustica e semplice, ma ampia e funzionale era ogni casa del borgo, costruita quasi interamente di legno secondo il sistema “Blockbau”, caratterizzato da travi sovrapposte in orizzontale, incastrate agli spigoli e poggianti su zoccolo in pietra. Questa tipica architettura si è conservata soprattutto nella parte alta del paese, la cosiddetta “Sappada Vecchia”, e nella borgata di Cima Sappada. Altri elementi caratteristici delle borgate sono le cappelle (maindl), i crocifissi (kraize) e le fontane (trok).

L’Associazione “Plodar – Germanofoni di Sappada” ha lo scopo di contribuire alla conservazione ed allo sviluppo della cultura locale sappadina in tutte le sue forme, con particolare riferimento alla lingua, alle tradizioni, ai costumi e alle usanze.

Provvede alla realizzazione di molteplici iniziative, tra le quali la tutela, il recupero, la conservazione e la valorizzazione di testimonianze storiche che legano la comunità al proprio territorio, beneficiando dei contributi della legge regionale 73/94 della Regione Veneto sulle minoranze linguistiche fino al 2017 e dal 2018 della legge regionale 20/2009 della Regione Friuli-Venezia Giulia.

Con il lavoro di esperti collaboratori sviluppa la ricerca storica e linguistica e cura la pubblicazione di studi, ricerche e documenti. Valorizza la lingua e la toponomastica locali (realizzazione di tabelle toponomastiche sul territorio) e affianca la Parrocchia di Santa Margherita V.M. nella pubblicazione del Plodar kirche kolènder.

 

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