Liguria: l’eco villaggio un cantiere che ha fatto la storia

Liguria: l’eco villaggio un cantiere che ha fatto la storia


Ci sono luoghi in cui da quasi 30 anni si costruisce un pezzo di futuro, che poi diventa presente e innesca cambiamenti in tutto lo stivale. Tra questi troviamo Torri Superiore, un antico borgo recuperato nell’estremo ponente ligure, quasi in Francia: un eco villaggio unico nel suo genere, che ha ospitato i primi corsi di permacultura e contribuito in modo determinante alla diffusione della facilitazione. E molto molto altro ancora.


Il villaggio medievale di Torri Superiore è un piccolo gioiello di architettura popolare situato ai piedi delle Alpi Liguri, a pochi chilometri dal Mar Mediterraneo e dal confine francese, vicino alla città costiera di Ventimiglia. Originario del XIII secolo e costruito interamente in pietra, il villaggio è strutturato in tre blocchi principali con più di 160 stanze, tutte collegate da un intricato tessuto di scale a passaggi. La sua complessa e affascinante struttura è stata spesso comparata ad una fortezza o un labirinto arroccato sul fianco della montagna, che arriva a 1300 metri. Il villaggio è stato totalmente restaurato ed la sua accogliente struttura ricettiva è aperta per soggiorni e vacanze è aperto all’ecoturismo, per corsi, incontri e programmi di educazione ambientale.

La storia di questi luoghi coincide con i passi che hanno portato alla nascita nel 1989 dell’associazione culturale fondata da Piero e Gianna. Ci sono voluti più di dieci anni perché il sogno dei pionieri, tra cui Massimo Candela e Lucilla Borio, diventasse realtà e i primi abitanti cominciassero almeno a vivere con costanza nell’ex rudere.
Racconta Massimo: «Vivere qui era una grande sfida, perché era un cumulo di macerie. Ricordo che nel ‘93, mi capitava di rimanere a dormire qui da solo… quando realizzavo che intorno a me c’erano 160 stanze vuote accendevo la luce! Era freddo, pioveva nelle case, ma in quella energia lì andava tutto bene. Ci sono cose che prima le fai e solo dopo le razionalizzi, le elabori, ti fai domande».

Gli obiettivi iniziali erano chiari: ristrutturare, trasferirsi, creare una comunità residente, creare una economia per questa comunità e avere un centro culturale aperto all’esterno, rimanendo legati al mondo dell’associazionismo, del volontariato, dei diritti umani. Paradossalmente le cose si sono complicate quando – quasi 25 anni dopo – questa fase è terminata e si sono chiesti come proseguire. Come abbiamo visto il recupero del paese era considerato quasi come un’utopia irraggiungibile. Ma venti anni dopo è stata completata e oggi ci sono 162 vani ristrutturati, divisi in appartamenti privati e spazi condivisi gestiti dall’associazione. Il processo è stato lungo anche perché la proprietà era frammentata tra decine di proprietari.

Oggi esiste ancora l’associazione che ha fondato Torri Superiore e gestisce gli spazi comuni in cui si svolgono le discussioni e gli incontri. Inoltre, è proprietaria di metà paese. La cooperativa sociale di comunità, invece, gestisce le attività turistiche e ricettive. L’associazione è composta da soci residenti e non residenti e dalla dinamica reciprocamente arricchente che si sviluppa tra queste due componenti.

Il villaggio di Torri Superiore

Il villaggio di Torri Superiore (foto dal sito https://php7.torri-superiore.org)

Oggi sono in totale 20-24 unità, adulti e bambini. I residenti di Torri sono responsabili della propria economia, gli stipendi sono personali e privati, ma una parte di questi viene destinata ad una cassa comune necessaria al mantenimento degli spazi condivisi, alla mensa e alle spese di sostentamento di tutta la struttura, riscaldamento, acqua, energia. La quota è di 255 euro a testa.  A Torri Superiore si mangia insieme a colazione, pranzo e cena da oltre 30 anni. Tutto è nato intorno alla tavola! Con il Covid per la prima volta ognuno ha mangiato nei vari appartamenti.

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