Lombardia: l’Agricoltura bio della Val Camonica

Lombardia: l’Agricoltura bio della Val Camonica


Agricoltura biologica in Val Camonica e il Distretto Biologico, un processo innovativo.

Alberto Sturla, Rita Iacono, Francesco Licciardo (maggio 2018)


L’applicazione del modello distrettuale all’ agricoltura biologica implica che questa debba essere in grado di attivare il potenziale endogeno dei territori e, al contempo, agire come elemento di coesione non solo per la comunità produttiva ma per l’intera società locale.

Le esperienze dei distretti biologici si stanno moltiplicando in Italia, ed è attesa una nuova legge sull’agricoltura biologica che finalmente li normerà. Può essere opportuno, quindi, sviluppare una riflessione sulle condizioni che ne caratterizzano la capacità di creare sviluppo locale, a partire dal coinvolgimento degli stakeholder e dalla partecipazione degli attori.

A tal proposito, nel presente lavoro, si propone il caso studio del Biodistretto della Val Camonica. Nello specifico, si presentano le iniziative di cui è animatore e si indagano le relazioni che ha saputo tessere con gli attori locali al fine di verificare se il modello distrettuale, e, in particolare, la declinazione che se ne è data a livello locale, abbia contribuito a dare vita a un percorso di sviluppo partecipato, basato su reti di relazioni nuove stimolate, in primis, dall’agricoltura biologica e dai suoi valori, o ne abbia creato almeno le premesse. Lo studio è supportato dalle informazioni raccolte nel febbraio 2017 direttamente sul campo mediante lo strumento dell’intervista diretta face-to-face con 11 agricoltori biologici.

Attualmente, in Italia si contano 29 distretti formalmente costituiti, anche se IN.N.E.R., l’associazione che raccoglie alcuni di essi, ne ha censiti 57, comprendendo anche quelli in via di formalizzazione (IN.N.E.R., 2017).

Il Biodistretto della Val Camonica è uno dei 16 attualmente presenti in Italia sostenuti dall’Associazione italiana per l’agricoltura biologica (AIAB). In quanto tale, ha aderito a un disciplinare che ne governa il funzionamento e il diritto di utilizzo del marchio “Biodistretto Aiab”. I requisiti prevedono un partenariato pubblico-privato, con almeno la presenza di due Comuni, l’adozione di un percorso di costituzione partecipato e la rilevanza, stabilita con criteri parametrici, del comparto biologico rispetto alla media del settore agricolo regionale o nazionale.

Il Biodistretto della Val Camonica garantisce la presenza dei suddetti requisiti; in particolare, soddisfa quello della rappresentatività del comparto biologico in quanto la percentuale di SAU biologica (14,5%) è molto superiore alla media regionale (2,1%) (Sturla, 2017).

L’istituzione del Biodistretto, avvenuta nel novembre 2014, è stata preceduta da una lunga fase preparatoria avviata, nel 2011, con la conversione al biologico di 20 aziende e la loro costituzione nell’associazione “Valcamonica Bio” che, tra l’altro, ha assicurato la formazione e l’assistenza specialistica.

Le fasi iniziali di progettazione sono state contraddistinte dalla predisposizione di uno studio preparatorio che ha descritto il settore biologico camuno identificandone i punti di forza e quelli di debolezza. La costituzione ha coinvolto un partenariato piuttosto ampio composto, oltre che dalle aziende agricole, da 10 Comuni, dalle scuole, dalle cooperative sociali e dal mondo dell’associazionismo (compreso un Gruppo di acquisto solidale – Gas). Sin dalle fasi iniziali, quindi, sono stati coinvolti tutti gli attori, presenti sul territorio, potenzialmente interessati a rappresentare la struttura produttiva e di governance del Biodistretto.

Al fine di garantire la più ampia partecipazione possibile, lo statuto, oltre agli organi necessari al funzionamento, prevede che specifiche commissioni tematiche formate da quanti interessati supportino il Consiglio direttivo nell’attuazione e nell’elaborazione delle azioni del programma; garantendo così la condivisione organica delle proposte.

I rapporti con la popolazione della Val Camonica vengono invece mantenuti attraverso le iniziative culturali e di informazione realizzate dal Biodistretto, che rappresentano le occasioni in cui la comunità viene in contatto con il distretto e ne può conoscere l’operato.

 

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