Italia: territorio & futuro, le evoluzioni e i progetti.

Italia: territorio & futuro, le evoluzioni e i progetti.


Territori futuri: evoluzioni, progetti e politiche nelle aree interne dell’Oltrepò pavese.
Una lezione anche per la montagna friulana.


Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepo Pavese.


Come affrontare le sfide dei cambiamenti demografici, economici-finanziari e climatico-ambientali? Quali politiche pubbliche sono da introdurre e sviluppare per contrastare le disuguaglianze territoriali?

1) Pre-condizioni.
Esistenza di un community hub quale luogo di incontro, di riflessione e di promozione di tutto il territorio. Sviluppo di capacità organizzative e di auto-organizzazione da parte dei Comuni. Disponibilità alla cooperazione e sinergia tra gli attori dello sviluppo locale. Volontà degli Istituti di Credito a promuovere e a sostenere gli investimenti sulle infrastrutture materiali e sulle infrastrutture leggere, le reti tra le persone e le organizzazioni sociali ed economiche.

2) Approccio.
Difendere, far leva e comunicare la biodiversità che caratterizza l’area. Interconnettere costantemente le dinamiche dello sviluppo territoriale ed economico delle città, della pianura e della montagna puntando sui “protagonisti della risalita” (luoghi, asset, idee, progetti, competenze, persone). Premiare quanti compiono una scelta di vita e di lavoro verso la montagna. Rigenerare borghi e strutture e promuovere l’animazione culturale ed economica. Sostenere l’autenticità, la bioeconomia e le filiere produttive (storiche e nuove). Organizzare reti tra le persone, la società di mezzo e le associazioni.

3) Ruoli e funzioni
Promuovere gli attori locali. Alimentare la creatività, la progettualità e le capacità imprenditoriali di singoli e gruppi. Attrarre esperienze e competenze dall’esterno. Mettere a fattor comune le risorse e i progetti disponibili presso le istituzioni pubbliche locali. Scovare gli innovatori.

4) Avere un’idea di sé e del mondo
Se il mondo sarà urbano e se l’urbano comanderà tutto, serve disporre di una visione di sé (la “coscienza del luogo”) capace di porsi in relazione con i flussi e le dinamiche globali, e ciò impone ri-pianificare, investire secondo logica di risultato, stabilire alleanze.

5) Sfide contemporanee
Il clima, l’ambiente, l’acqua, l’energia rappresentano opportunità e sfide per le terre alte. Il cambiamento climatico è irreversibile (tra un po’ la pianura friulana avrà un clima simile a quello del Pakistan) e condizionerà ulteriormente le modalità di fruizione dei beni, muterà lo scenario alpino, evolveranno i settori dell’economia come l’agricoltura e il turismo. La montagna potrebbe diventare un “rifugio” e quindi bisogna progettare ora l’”accoglienza” del prossimo futuro.

6) Se non ora, quando?
Prima dei soldi vengono le idee e i progetti. La Regione: è chiamata a focalizzare gli interventi sulle filiere storiche (legno, agroalimentare, automotive) e sulle nuove (che scaturiscono dalla promozione del vitivinicolo, dal consolidarsi dei flussi cicloturistici ed esperienziali); i Comuni: ad installare hot spot ecoturistici come prati fioriti, abbeveratoi per la biodiversità e display garden; le Fondazioni bancarie: a sostenere iniziative intersettoriali in grado di generare valore e se “sono le persone che possono far marciare i territori” a investire sul capitale umano.

7) Politiche di scala
Lo Stato e le Regioni devono tener conto degli effetti ecosistemici che si determinano dalla fragilità della montagna e delle aree interne. Serve rendere operative le misure introdotte dal Testo unico forestale e dalla Legge sui piccoli comuni, introdurre nella nuova programmazione 2021 – 2027 un PON per la montagna, praticare politiche fiscali ad hoc coerenti con l’Agenda europea.

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