E se la Carnia fosse un bio-distretto?

E se la Carnia fosse un bio-distretto?

“E se la Carnia fosse un bio-distretto?”
Questo è il tema del laboratorio per operatori del settore agroalimentare, aperto al pubblico, proposta da Vicino/lontano mont.
Dialogo con:
KIM ASSAËL consulente Programma di cooperazione
internazionale IDEASS
LUCIANO CARRINO presidente di KIP International School
MARINO CORTI fiduciario Condotta Slow Food Carnia e Tarvisiano
FERRUCCIO FERRIGNI coordinatore dei programmi del Centro
Universitario Europeo per i Beni Culturali
CRISTINA MICHELONI presidente AIAB FVG
GIUSEPPE OREFICE già Segretario Generale Rete Internazionale
dei Bio-distretti IN.N.E.R – International Network of Eco-Regions
RAOUL TIRABOSCHI vicepresidente nazionale Slow Food
In collaborazione con Condotta Slow Food Carnia e Tarvisiano “Gianni Cosetti”, Arci Cocula, Comunità di Montagna della Carnia e Comune di Tolmezzo
“La macchia mongolica” di Massimo Zamboni e Caterina Zamboni Russia è edito da Baldini*Castoldi (2020).
È il 1996, Massimo Zamboni parte per la Mongolia in un viaggio al seguito di una troupe televisiva locale. È lì assieme alla moglie e ai componenti dei CSI.
La Mongolia che si trova davanti corrisponde e supera l’immaginario costruito in anni di fantasticazioni, letture, ricerche: quella terra mitica – resa immortale dalle gesta di Gengis Khan, attraversata da Marco Polo, conquistata dalla Russia sovietica – stordisce e risuona in Zamboni come una radice scoperta, un’appartenenza ancestrale pari solo a quella dei boschi emiliani. Da quel viaggio in Mongolia non solo prenderà vita Tabula rasa elettrificata, uno dei dischi simbolo dei CSI, ma si manifesterà per la prima volta in Massimo e sua moglie il desiderio di avere un figlio. Caterina nascerà due anni dopo, con una macchia inequivocabile: una sorta di voglia, un piccolo livido destinato a scomparire nel tempo, la cosiddetta “macchia mongolica”. Questo segno detterà per sempre anche in lei la partecipazione a due mondi spirituali e fisici, l’Emilia dei padri e la Mongolia del desiderio.
Al compimento dei diciotto anni è qui che Caterina vuole andare in ciò che sembra quasi un ritorno a casa. Nei paesaggi immutati e nella storia che veloce fagocita il tempo e i costumi, dentro a un mondo che ha annientato le distanze ma non le differenze, questo nuovo viaggio – prima tutti insieme, e poi Caterina da sola – è scoperta ulteriore, immersione spirituale, indagine sull’altrove che ci abita, un’esplorazione necessaria tra le stanze della memoria più intima.
La macchia mongolica è anche un film-documentario diretto da Piergiorgio Casotti e una colonna sonora composta da Massimo Zamboni e pubblicata da Universal Music su CD/LP.

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