Friuli: Verso un nuovo modello territoriale di trasporto pubblico locale

Friuli: Verso un nuovo modello territoriale di trasporto pubblico locale

Una riflessione aperta dal punto di vista di un tecnico della Comunità di Montagna 


L’intervento sul tema “mobilità” proposto su Innovalp.Tv dall’ing. Paolo Zaramella (dirigente di TPL FVG) è molto interessante sia da un punto di vista tecnico – di chi come noi lavora per una pubblica amministrazione che eroga servizi ai cittadini – che da un punto di vista politico – di chi abita nelle periferie della montagna.

Per la parte tecnica, i motivi di interesse sono almeno tre:

1) L’interdipendenza dei servizi pubblici.
2) La rilevanza della progettazione.
3) La finestra di opportunità.

1) L’interdipendenza dei servizi pubblici. L’emergenza determinata dalla pandemia ha mostrato quanto i servizi pubblici – in particolare salute, istruzione e mobilità – siano collegati fra di loro. Le scelte in materia di servizi per l’istruzione dei decenni scorsi hanno limitato il numero di operatori sanitari e quindi ridotto la capacità (del sistema) di curare tutte le persone malate. La volontà di garantire le lezioni in presenza per gli studenti si è scontrata con la impossibilità dei gestori di servizi di mobilità di aggiungere corse di bus nei tempi brevissimi che sarebbero stati necessari. La necessità di vaccinare tutti velocemente ha richiesto di attivare il soggetto più esperto nella logistica pubblica (l’esercito) per organizzare i trasporti di cose (i vaccini) e persone (i cittadini italiani).

L’ing. Zaramella ha opportunamente evidenziato quanto i collegamenti fra i servizi pubblici andrebbero ricercati “anche in tempo di pace”. Per esempio, a Innovalp 2017, il direttore del gestore del trasporto pubblico bellunese aveva rimarcato quanto, in quel territorio caratterizzato dalla presenza di uno stabilimento aziendale con oltre quattromila dipendenti, una piccola modifica degli orari scolastici (15 minuti) avrebbe liberato il 30% delle corse. Oppure, la tendenza degli ultimi decenni all’accentramento nella distribuzione dei servizi (per esempio il servizio sanitario o i servizi commerciali) ha determinato un aumento delle spese individuali e familiari per la mobilità.

In questo senso, la prima occasione per favorire interazioni/sinergie è data dagli interventi su tali servizi contenuti nel programma dell’area interna Alta Carnia, per cui l’intervento del dirigente Tpl Fvg costituisce una riflessione importante.

2) La rilevanza della progettazione. Il contributo ha evidenziato che il progettare (che etimologicamente richiama al guardare avanti, anticipare) è una risposta coerente con un contesto sì stravolto dall’emergenza pandemica, ma fluido e in continua evoluzione al di là dell’emergenza.

Il tema forse andrebbe centrato sulla progettazione di qualità, chiedendoci se come Regione, come montagna e come Carnia possiamo progettare meglio di quanto abbiamo fatto finora. Per esempio, cosa stiamo facendo come apparato tecnico della pubblica amministrazione per supportate gli amministratori a costruire “la visione condivisa, i programmi coerenti e le gestioni integrate” evocate?

L’ing. Zaramella ha dimostrato idee chiare e volontà di progettare secondo standard di qualità. Il tempo è opportuno per aumentare la qualità della progettazione generale anche da parte delle amministrazioni locali. Ciò richiede innanzitutto un innalzamento delle competenze dei responsabilidi procedimento, a cui sarebbe indispensabile fornire competenze sugli standard internazionali di management dei progetti (come, per esempio, PMI o Prince2), analogamente a quanto avviene in Paesi come la Germania o l’Inghilterra, che hanno dimostrato migliori capacità di spesa e di rendicontare quanto fatto ai propri cittadini (accountability).

3) La finestra di opportunità. Il contributo proposto richiama più volte la compresenza di numerose azioni in tema di mobilità per le aree della nostra regione con bassa densità di popolazione, come la Carnia. Si tratta di un fenomeno raro e assai favorevole, che se interpretato con la teoria di Kingdon del quadro dei flussi multipli2 ne mostra il potenziale di cambiamento per la qualità della vita di chi vive in quelle aree. In primo luogo, esistono molte azioni (policies) in partenza, già finanziate da più fonti, con diversi soggetti gestori e regole di attuazione indipendenti: il nuovo trasporto pubblico locale, l’intervento per la mobilità dei pendolari (aree interne), l’intervento per favorire l’accesso alle cure da parte delle persone malate di lungo periodo (aree interne), l’intervento per favorire l’accesso ai servizi da parte dei ragazzi residenti nelle località distanti dal centro di vallata o di Tolmezzo (aree interne).
In secondo luogo, la politica ha fatto il suo in questo caso. Il nuovo modello di trasporto pubblico locale è stato scelto da qualche anno da parte della Regione e le Aree interne sono una strategia dello Stato, avvallata dall’Unione Europea e assecondata dalla Regione.
Il problema di muoversi esiste ed è abbastanza presente nella quotidianità di chiunque risieda nelle periferie dei versanti di queste vallate.

Come apparato tecnico della Comunità di Montagna della Carnia, siamo impazienti di cominciare a ragionare anche di questi temi.

Michele Colusso
Area progetti dell’Ufficio di Piano e Servizi al territorio
della Comunità di Montagna della Carnia

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