Italia: è la Montagna la grande risorsa del XXI secolo!

Italia: è la Montagna la grande risorsa del XXI secolo!

Dai suoi esordi il Giornale delle Fondazioni si è occupa di temi che stanno al confine, del “non ancora”, di territori concettuali e fisici, considerati dai più, “del margine”. Abbiamo scelto “Invertire lo sguardo.


Guardare all’Italia intera muovendo dai margini dalle periferie.  Periferie urbane ed esistenziali, aree interne del paese, montagne alpine segnate dall’abbandono, tra cui i variegati Appennini, feriti dal sisma.

“L’Italia è disseminata di territori del margine”.

Non sono una parte residuale: il 60 per cento del nostro Paese è contraddistinto dalla presenza di piccoli Comuni, lontani dai servizi essenziali-scuola, sanità, mobilità- e la loro marginalizzazione assume rilevanza nazionale. Aree che rappresentano un quarto della popolazione totale, “abbastanza per farne una grande questione nazionale”.


Catterina Seia
Direttore Scientifico del Giornale delle Fondazioni


Stiamo parlando di aree “in cui l’insediamento umano ha conosciuto vecchie e nuove contrazioni, dove il patrimonio abitativo è affetto da crescenti fenomeni di abbandono, dove l’esercizio della cittadinanza si dimostra più difficile, dove più si concentrano le diseguaglianze e i disagi”.

Abbiamo seguito di passo in passo, come punto chiave della politica regionale 2014-2020, per adeguare qualità e quantità dei servizi in cooperazione interistituzionale, l’evolversi della Strategia Nazionale delle Aree Interne, varata nel settembre 2012 dall’allora Ministro per la Coesione, attraverso il suo coordinatore, Filippo Tantillo, che ritorna in queste pagine.

E abbiamo quindi accolto l’invito del prof. Antonio De Rossi, del Politecnico di Torino, uno dei massimi esperti di Alpi nel XXI secolo, a compiere insieme un viaggio di ascolto, lungo tutto il 2018, che vi restituiamo in questa sede con altre riflessioni corali.

Da questa esplorazione di ispirazione stanno emergendo presidi che vanno oltre la resistenza, oltre la resilienza, con una silente rivoluzione nel modo di abitare, di relazionarsi con sé, con gli altri,
con la Natura. Una nuova sostenibilità di senso. Luoghi che stanno esprimendo la loro fecondità di laboratori di innovazione sociale, superando quella cultura del limite, nell’accezione negativa del
termine, limite che , come afferma Ugo Morelli “chi abita in montagna ha inserito nel proprio orizzonte“.

Solo elaborando il limite che si para innanzi a noi ci riconosciamo. Non vi è alcuna possibilità senza limite.
Si scopre così un’altra Italia, “che partecipa alle sorti comuni del Paese, ma soffre di più, sta provando a riorganizzarsi, a ripopolarsi grazie a giovani e immigrati, a inventare nuove imprenditorialità, a esprimere nuova consapevolezza ecologica.”

Lo leggiamo nella rinascita di Ostana, il più piccolo comune delle Valli del Monviso animata da uomini e donne che vivono in una comunità, disponibili a “un salto di paradigma che richiede immaginazione…

Se vuoi saperne di più scarica l’intero dossier di Montagna Italiana

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